Trovo sensazionale che mentre passo giornate a incastrare orari con mezzi, macchine, gas, incidenti, fretta e stress, proprio sopra la mia testa gli stormi di oche migrino in formazione, i gabbiani galleggino nel nulla azzurro, senza far rumore, utilizzando l’aria come fluido, ad ali spiegate, e l’unico, fortissimo boato lo avverto quando mi accorgo della differenza tra il mio mondo e il loro.
Sonnecchiavo ancora, seduto sul 701, navigando tra le plaza colorate di insegne e i blocks di case basse; mamitte fumanti e luce fredda tutt’attorno. Quest’oggi ho partecipato a un laboratorio di croissant a Langley, quindi ho mangiato solo quelli, senza verdura, frutta o altro di adeguato.
S., l’executive chef e il nostro insegnante di oggi, è massiccio e vanta una discreta pancetta da carboidrato che però ne sottolinea la professionalità, al pari di un gong in una cerimonia sacra orientale. I miei colleghi venivano da tutta Vancouver e qualcuno anche da Salmon Arm. Abbiamo lavorato un impasto dalla fase delle pieghe in avanti, guardando la planetaria lavorare gli ingredienti solo una volta mentre S. preparava un foglio di pasta colorata per i croissant. Lavorare questo tipo di impasto in quattro ore mentre un processo adeguato richiederebbe almeno due giorni non è stata la cosa migliore al fine della gestione della pasta, ma il risultato finale è comunque servito a farci capire come amministrare gli step della preparazione.
L’intermezzo di oggi nel regime 30GSZ si è reso necessario ai fini della conoscenza, ma devo dire che non ho dimostrato voracità verso le pietanze che ho preparato. Il senso di mangiare senza zucchero, io credo, è soprattutto quello di riacquistare la propria indipendenza alimentare, anche di fronte ad attacchi terroristici spietati come questo.
Pranzo: pain aux chocolat, croissant, cinnamon buns.