La mattina è volata via, una rasoiata. Nel pomeriggio mi sono messo in viaggio verso Fort Langley, uno dei paesi storici del Canada, risalente agli anni in cui ancora il confine era combattuto tra inglesi e americani. Gli edifici del centro sono stati ristrutturati e modernizzati, ma è facile immaginare lo stesso luogo duecento anni fa, con stivali con speroni tintinnanti lungo le verande di legno.

Sono andato alla Blacksmith Bakery, di proprietà di Stephan, che ha tenuto il corso di croissant di sabato. Mi aveva invitato per parlare di lavoro, in quanto stanno assumendo, e perché mi aveva molto intrigato con il racconto della loro pizza, che matura in un processo di tre giorni in totale. Devo dire che come lavorazione non è niente male, il problema però sta, come in tutte le pizze fuori dall’Italia, nella sapidità dei condimenti. Sia la salsa che la mozzarella non avevano quella sapidità che gli italiani sanno dare.
In questi ultimi giorni, pur avendo avuto sbalzi nell’alimentazione, la mia pelle è rimasta tranquilla. La nota va in riferimento soprattutto alle mani, che con il drastico abbassamento della temperatura esterna e il lavoro a stretto contatto con il forte calore del forno si stanno un po’ smerigliando. A livello complessivo inoltre, mi sento bene, non ho problemi nel sonno, anche se si tratta di sfruttare le ore durante il giorno per riposare; mi sento rilassato e attento.
Colazione: pane di segale con prosciutto cotto. Merenda: mele, banana. Pranzo: pizza.