Un vecchio coi pantaloni sgualciti pisciava dietro un cassonetto, tra Commercial e East Hastings Street.
Credo che le cose stiano andando di male in peggio. O forse è solo un momento di particolare pessimismo. Ritornare alla città è stato come beccarsi una bastonata. Non sarei mai arrivato a generare un’immagine come questa se non avessi visto con i miei occhi una scena simile: forte, per la violenza della disperazione nei suoi attori e per la squisita aderenza alle forme del mio sentire interiore.
Mentre un volontario spazzino buttava i cartoni di un senzatetto, quest’ultimo lo fissava impietrito mostrandogli il dito medio della mano destra, puntandolo davanti a sé come un’arma. Il tempo di volgere lo sguardo altrove e il giubbotto catarifrangente dello spazzino ha ruotato in un guizzo, seguito dal sordo abbattersi del bastone, usato per raccogliere i rifiuti, sul fianco dell’uomo. Una violenta lite verbale. Il cinese, tra i quaranta e cinquanta, chiedeva ad un suonatore di secchi se avesse visto cosa fosse successo, gli occhi arrossati di lacrime di rabbia e l’aggressore, una bionda barba incolta col giubbotto da volontario, esasperato dal livello di frustrazione urlava le proprie ragioni. Sosteneva di dover eseguire un compito, tutto sommato semplice aggiungo io. Ma East Hastings è questa. Vancouver abbraccia alti standard di lusso e incredibili abissi di povertà allo stesso tempo, in quella che è la città col costo della vita più alto di tutto il Canada. Eppure tantissima gente vuole ancora venire qui e la British Columbia registra il tasso di immigrazione più alto tra tutte le province canadesi.
D. è italiana e vive qui da sette anni. Ha tre lavori: uno solo per pagare le tasse, uno per macchina e secondo appartamento e uno per campare, incluso l’affitto della stanza dove vive attualmente. Ed io non posso che sentirmi combattuto nel provare sia stima, nei suoi confronti per l’impegno e la devozione alla sua causa, sia orrore e assoluta comprensione verso la sua vita, semplicemente negata.
Eccomi qui, con un dito medio alzato di fronte alle ore, ai mesi, agli anni che la mia gentile, dolce e canuta amica D. ha speso e sta spendendo nella sua scelta, e con gli occhi arrossati di lacrime amare e liberanti insieme, per il futuro che da qui a dieci anni le promette il meritato sollievo.
Tanta gente pure qui dove vivo io fa più lavori, uno per comprarsi i vestiti firmati, un secondo per pagarsi i debiti di casa e macchina e il terzo per comprare vestiti firmati ai figli. Sono pazzi!!! Una vita davvero assurda.
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Eppure sembra rassicurare molto.
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